Un’arte, un mestiere, un hobby, una passione o un incarico professionale.
Quante volte scriviamo al giorno? Scrittori o meno, siamo bombardati da parole continuamente: sui nostri dispositivi digitali, sul nostro posto di lavoro e sulla fitta rete virtuale di cui, ormai, tutti facciamo parte.
Quando fu inventata questa grossa rivoluzione tecnologica, il genere umano fece un enorme salto evolutivo approdando in una nuova velocità. La scrittura infatti, veniva definita dagli antichi “ un nuovo farmaco della memoria e della sapienza” (Platone, Fedro); oggi forse diamo per scontata questa grossa risorsa che abbiamo fra le mani ma, attraverso le parole scritte, ci si mette in comunicazione con il mondo.
Per mezzo di un diario o di pagine che parlano di noi, possiamo entrare nei posti più recalcitranti dell’anima per uscire fuori con una maggiore consapevolezza della nostra identità; che dire dei racconti… dove una parte del nostro io ha la possibilità di sdoppiarsi per viaggiare nelle proprie paure o nelle proprie ambizioni nascoste. Chi scrive, in un modo o in un altro fa un grosso invito all’umanità ed è quello di sfiorarsi fino a sentire le vibrazioni recondite l’uno dell’altro: lo scrittore del lettore, il lettore dello scrittore. È percependo gli altri che percepiamo noi stessi. Scrivendo di altri, scriviamo di noi e scrivendo di noi parliamo del mondo che ci circonda includendo anche chi non conosciamo ma che forse, di fronte ad un racconto in cui può rispecchiarsi, piangerà o riderà.
Scrivere è l’arte solitaria di chi incontrerà, nelle sue parole, il mondo intero.
La regia è la penna, il pubblico non ha limite temporale o spaziale.
Ma la giuria? Beh quella è piuttosto severa e, da lì, dipende il futuro eterno o meno di un libro.
Come si fa a fare colpo su una giuria editoriale? A dire il vero, non lo so nemmeno io. Se amate scrivere, forse siamo accomunati dallo stesso sogno, ma vi dirò, da buona lettrice, cosa credo sia fondamentale per scrivere bene e farsi leggere con piacere:
- Leggere tanto. Prima di imparare a scrivere, bisogna divorare libri! La proprietà linguistica non è innata ma si apprende un libro alla volta perciò… avanti tutta! Riempiamo la nostra libreria e diamoci l’obiettivo di finire almeno un libro a settimana.
- Chiarezza. Inutile cercare parole prelibate per costruire frasi articolate ridondanti e pesanti per la lettura. La chiarezza è essenziale per farsi capire, per rendere la lettura leggera e piacevole.
- Descrivere e caratterizzare. Cosa vuol dire? Non c’è cosa più brutta per un lettore di entrare in una storia senza avere la possibilità di immaginare il luogo, il personaggio e i suoi interlocutori. Le descrizioni prelibate e ben fatte, permettono al lettore di sentire anche l’odore che potrebbe emanare la stanza che viene descritta e la caratterizzazione dei personaggi, da al lettore l’idea di conoscerli da sempre e, dopo averli dipinti nella sua immaginazione, faranno parte nell’inconscio quasi del cerchio di persone conosciute (e non esagero). Vi è mai capitato di vedere il film di un romanzo letto e di rimanere male quando gli attori scelti dalla casa cinematografica non rispettavano affatto il vostro cast immaginario?
Per concludere, vi svelerò quanti viaggi ho fatto nella mia vita. Ben più di duecento. Perché cento sono forse i libri che ho dentro casa, ma se volessi contare tutti quelli che ho letto nella mia vita, perderei il conto. Viaggi oltre il confine temporale, immaginativo, geografico… ma la valigia della mia immaginazione non è ancora logora ed è pronta per il prossimo.
Fiorella Pecorale